Come sfamare il mondo

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Un campo di grano in Ucraina durante l’invasione russa.

23 maggio, lunedì – L’invasione dell’Ucraina ha messo in luce ancora una volta le criticità del sistema di alimentazione mondiale, che al momento risente del rialzo dei prezzi del petrolio e delle restrizioni sui commerci. La crisi colpisce soprattutto i paesi più poveri, ad esempio Libano ed Eritrea importano la quasi totalità del loro grano da Russia e Ucraina.

È l’intera catena di approvvigionamento di cibo a livello globale che va ripensata, possibilmente prima della prossima crisi e prima che i cambiamenti climatici mostrino i loro effetti più devastanti sull’agricoltura e sulla biodiversità.

L’attuale sistema alimentare del pianeta si basa su una manciata di Paesi che coltivano principalmente quattro colture: canna da zucchero, grano, mais e riso. A sua volta il commercio di questi alimenti passa per sole quattro multinazionali che rivendono le colture a tutti i paesi.

Affinché l’alimentazione globale sia più resiliente e sostenibile i singoli paesi dovrebbero ripensare la propria catena di approvvigionamento sostenendosi con la produzione locale, diversificando le colture e mantenendo così anche la biodiversità tipica del proprio territorio.